da Linariel » 15 ottobre 2017, 11:27
Chiuse la porta con lo stesso sorriso con cui l’aveva aperta. Una piacevole sensazione di aver fatto la cosa giusta la pervase. Sospirò. Mocram e Taytom erano andati via visibilmente emozionati e lusingati, il peso della carica era stato appena poggiato anche sulle loro spalle.
Arricciò appena un labbro, quasi mettendo il broncio. Sperava quel peso non avrebbe mai gravato troppo anche su di loro.
“Sono stanco.” Le parole di Melary riecheggiavano nella sua mente. E aveva dannatamente ragione. Era stancante esser sempre di riferimento, essere sempre in prima linea nelle decisioni e farsi carico dei fallimenti. Era stancante…. Interruppe di colpo quel flusso negativo di pensieri ed inarcò un sopracciglio.
Lo percepì chiaramente, i sensi sviluppati non la stavano ingannando. Doveva solo capire chi fosse.
“Gattaccio. Lo so che sei lì. Esci fuori.” Disse in tono basso, quasi minaccioso.
Un lieve suono alle sue spalle… fusa? Fra i druidi che conosceva, uno in particolar modo era un giocherellone. Un’espressione furba le si dipinse sul viso. Se voleva giocare, avrebbero giocato.
Chiuse gli occhi e scivolò nelle vesti a lei più congeniali, la forma felina che amava, nascondendosi fra le ombre. Individuò Corvojoe in un istante. Nessun essere, per quanto invisibile, poteva sfuggire ad un druido in cerca della preda.
Abbassò il muso a terra, si sollevò appena sulle zampe posteriori muovendo la coda in maniera ritmica, pronta a spiccare un balzo.
Nell’istante in cui Corvojoe si voltò verso di lei, allargò le pupille e saltò ruggendo. Il druido si accorse dell’elfa con un attimo di ritardo, si preparò all’impatto e rotolarono per la stanza avvinghiati nella giocosa lotta, tornando visibili.
L’elfa riuscì a bloccare a terra il worgen, le morbide zampe ferme sulle spalle di lui. La pelliccia tremolò e due mani affusolate presero il posto degli artigli. Il muso felino divenne il delicato viso ed una cascata di capelli color smeraldo cadde sulle spalle di Linariel arrivando a sfiorare le vibrisse di Corvojoe. Che iniziò a sua volta a mutare forma.
“Ok ok, mi hai trovato, mi arrendo!” Il worgen preferì la forma umana e le sorrise da sotto i baffi rossicci piuttosto che mostrarle le affilate zanne da lupo. Linariel rispose al sorriso e si rialzò tendendogli una mano.
“Da quanto sei qui?” chiese.
“Dal momento in cui mi hai convocato con Tay e Mocram. O forse era dopo di loro? Ero troppo curioso per non venire… con loro.. a sentire cosa stesse succedendo.” L’umano assunse una espressione contrita, quasi credibile, smentita solo dal luccichìo degli occhi ridenti.
“Curiosità uccise il gatto, ricordatelo.” No. Non riusciva a rimanere seria con lui. Sospirò in maniera esagerata.
“Bene, avrai sentito quindi delle cariche assegnate a quei due disgraz… adorabili e validi personaggi, non pensare che il tuo impegno nei confronti dei compagni di Gilda sia sfuggito a me e agli altri Ufficiali. Sei stato un ottimo acquisto Corvo, sempre ligio al dovere, generoso, scavezzacollo quanto basta per far parte della nostra schiera.” Si voltò verso la scrivania e prese un nastro decorato in oro su sfondo rosso e con lo stemma dell’artiglio finemente ricamato. “Sei un Gran Grifone da oggi. Congratulazioni.”
Il druido sgranò gli occhi dalla sorpresa, per una volta rimase senza parole. Linariel gli legò il nastro al muscoloso avambraccio e gli sorrise di nuovo.
“Io… io…” mutò forma in worgen spalancando le braccia irsute ed ululando a pieni polmoni verso il cielo. L’elfa si lasciò andare ad una risata.
Corvojoe si voltò nuovamente verso di lei, il tono della voce più basso, gutturale, quasi un ringhio. “Grazie.”
La druida lo abbracciò, alzandosi sulle punte per colmare la differenza di altezza. “Te lo sei meritato. Fila a cercare Tay e Mocram, vedrai saranno in locanda a festeggiare. E prova ad entrare di nuovo di nascosto qui che mi farò prestare delle trappole da Fenice o Raphaéll, sappilo.”
Il worgen uscì di corsa e l’elfa lo sentì ululare di gioia di nuovo, nei corridoi.
Linariel sorrise e fece mente locale sull’ordine del giorno discusso con gli Ufficiali. Infoltire i ranghi. Facile a dirsi….
Prese degli appunti da sopra lo scranno e lesse i rapporti. Si soffermò su uno in particolare, mordicchiandosi un labbro pensierosa. Si menzionava un monaco, Jùfeng, poteva essere un buon combattente da reclutare. Gettò via i rapporti sul tavolo annoiata dalle scartoffie, prese le armi e si diresse verso l’uscita. Sarebbe andata a conoscerlo di persona.